Condensa e punto di rugiada

Condensa e punto di rugiada

Una delle immagini più evocative dell’autunno sono le finestre appannate. Ma a cosa è dovuto questo fenomeno?
La condensazione si manifesta quando l’aria umida entra in contatto con una superficie a temperatura inferiore al punto di rugiada. Il punto di rugiada è la temperatura alla quale l’umidità presente nell’atmosfera condensa, e dipende in larga parte dalla quantità di vapore presente. Ad esempio, un metro cubo d’aria a 20°C può contenere al massimo 17,7 grammi d’acqua. Se tale limite viene raggiunto l’aria ha il 100% di umidità relativa. Superando questo limite, l’acqua in eccesso diventa visibile sotto forma di nebbia. Il punto di rugiada varia a seconda dell’umidità e della temperatura. Per esempio, ad una temperatura di 20°C il punto di rugiada con un’umidità del 50% è di 9,3°C, mentre per un’umidità del 90% è di soli 18,3 °C. Ad una temperatura di 10°C, l’atmosfera può contenere al massimo 9,4 grammi d’acqua. La quantità in eccesso precipita e si deposita sugli oggetti freddi sotto forma di goccioline.

Sono molte le sorgenti di umidità in una casa: le pentole, il bucato, le piante, la doccia e persino la semplice respirazione possono generare insieme fino a 10 litri d’acqua al giorno sotto forma di vapore. Quantità ancora maggiori di umidità possono essere apportate da lavori come le tinteggiature o la stesura di intonaci e malte. Tutta questo vapore trattenuto all’interno dell’abitazione tenderà a condensare non appena la temperatura scende al di sotto del punto di rugiada. La condensa sarà quindi maggiore sui vetri delle finestre, sui ponti termici e in generale sugli oggetti più freddi. Nei materiali porosi come l’intonaco la condensa è meno visibile perché viene assorbita. L’umidità ristagna e diventa causa di muffe, distacco della vernice e macchie. La muratura bagnata ha un minore potere di isolamento; inoltre parte del calore fornito dal riscaldamento viene assorbito dall’acqua per tornare allo stato gassoso. Un’elevata umidità è inoltre nociva alla salute delle persone e può causare reumatismi e allergie.

Per risolvere il problema dell’umidità, della condensa e delle muffe in casa è senza dubbio necessario eliminare i ponti termici dove il vapore acqueo possa condensare. Ancora più importante è però diminuire l’umidità relativa. Il modo migliore è spalancare le finestre per ricambiare velocemente l’aria, possibilmente creando una corrente. In questo modo i muri e gli oggetti non avranno il tempo di raffreddarsi e la temperatura tornerà in breve tempo ad un livello confortevole. Anche durante una giornata piovosa, l’aria esterna contiene meno umidità assoluta di quella presente dentro casa poiché più fredda, e si riscalderà velocemente non appena chiuse le finestre. In alternativa, si può installare un sistema di ventilazione forzata con scambiatore di calore che deve essere previsto nella progettazione della casa per evitare spese e lavori importanti. Un aiuto può giungere dai deumidificatori sia a sali che elettrici.

A volte chi cambia i serramenti lamenta l’aumento di condensa sulle vetrature; questo fenomeno si spiega perché gli infissi precedenti lasciavano passare molti spifferi che garantivano un ricambio costante dell’aria, seppure a discapito dell’aumento delle spese per il riscaldamento. I nuovi serramenti, dotati di un isolamento maggiore, impediscono all’umidità di uscire. Se l’umidità si dovesse formare all’interno del vetrocamera, significa che il giunto perimetrale è danneggiato e la vetratura dev’essere sostituita.

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